50 anni fa l’uomo è sbarcato per la prima volta sul nostro unico satellite.
Io c’ero. Non a Cape Canaveral insieme a Ruggero Orlando, ma come tanti miei coetanei davanti al televisore in bianco e nero. Anche noi, accaniti lettori di Asimov, di Sheckley e Ray Bradbury, ci siamo sorbiti tutta una notte di amenità sulla pallida Luna leopardiana e l’imbarazzo dei conduttori dello studio 3 Rai di Via Teulada quando sbagliarono il momento storico in cui la navicella toccava terra, anzi la Luna. Ma eravamo consci che quella notte del 20 luglio 1969 si stava consumando un evento storico straordinario che sarebbe entrato nei libri di storia fino all’anno 10.047 e forse più. Grazie alla polemichina in diretta tra Ruggero Orlando e Tito Stagno (Ha toccato, no, non ha toccato) perdemmo
il vero istante dell’allunaggio e la storica frase di Armstrong: “Houston, uh! Tranquility Base here. The Eagle has landed”, l’aquila è atterrata. Ma non mi sono mai pentito di quella notte in bianco.
50 anni dopo la Cina ha dato inizio alle celebrazioni dell’anniversario facendo germogliare sulla superficie lunare un seme di lino. La pianticella è durata poco ma il gesto è stato altamente simbolico.
Io contribuirò all’anniversario con un librino dedicato alla Luna. Ciao, sono Luna. Vera storia di una vecchia amica extraterrestre. Sarà presente in anteprima a Bologna, alla Children’s Book Fair 2019. Scrivendolo ho scoperto che oggi sappiamo parecchie cose che allora non sospettavamo neppure. Ve ne anticipo tre.
Uno. La Luna è figlia della Terra. La sua composizione è uguale quella della nostra superficie. In pratica la Luna è frutto della collisione della Terra, allora incandescente, con un grande pianeta vagante.
Due. La Luna ha un cuore caldo. Lei, fredda e inospitale, ha al suo interno ancora un nocciolo di metallo fuso e incandescente. E soffre di terremoti, come noi.
Tre. Probabilmente c’è acqua, sotto la sua superficie e nei crateri più profondi dove la luce del Sole non arriva mai. I futuri coloni lunari, non dovranno portarsi l’acqua minerale da casa.
Tuttora qualcuno sostiene che la NASA non è mai sbarcata sulla Luna. È stata una montatura televisiva, dicono. Scherzi a parte una cosa è sicura: lo sforzo di ricerca che portò il primo uomo sulla Luna non è stato solo una sterile gara tra due grandi potenze, ha dato altri frutti qui sulla Terra. Tra i suoi prodotti collaterali anche la “risonanza magnetica” che consente tra l’altro di riconoscere e isolare i tumori. Senza quel viaggio sulla Luna, molte persone, me compreso, non sarebbero qui a parlarvi della Luna.
(Da Andersen/Rivista marzo 2019)
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