Disegnare fa bene alla Scienza
Disegnare fa bene. Ai bambini e ai Grandi della Scienza,
da Galileo ai fisici quantistici
Leonardo da Vinci disegnava, Galileo disegnava. Disegnavano Darwin e Benjamin Franklin. Rutherford disegnava atomi, Richard Feynman disegnava particelle e legami elettrostatici. Non erano Michelangelo, Giotto o Magritte ma disegnavano. Disegnare è dar forma concreta all’immaginazione, diceva Bruno Munari. Disegnare precisa l’idea sosteneva Matisse.
Le persone geniali disegnano, schizzano, scarabocchiano. Da bambini si disegna spontaneamente molto prima di imparare a scrivere. Gran parte delle invenzioni e dei grandi progetti nasce da uno schizzo o da un tratto di penna. Intere città come Alessandria d’Egitto sono nate da un disegno sulla sabbia. Se un’idea si può disegnare vuol dire che è una buona idea. Anche “unire i puntini” come diceva Steve Jobs è una forma di disegno. C’è poi chi disegna soprappensiero e va bene anche questo: scarabocchiare (doodling in inglese) riduce lo stress, le ansie e i tempi di attesa.
Disegnare per piacere fa star meglio e rende felici. Comunque è un’attività che aiuta a ragionare e ogni disegno è sempre la manifestazione concreta di un pensiero, conscio o inconscio.
Disegnare fa bene al cervello.
Il nostro cervello è una macchina complicata dove le varie parti
si parlano e si scambiano messaggi a una velocità
di 120 metri al secondo. È diviso in due emisferi specializzati.
L’emisfero sinistro è il primo ad attivarsi: raccoglie le informazioni visive e sonore. È l’emisfero dove hanno sede i centri del linguaggio, della logica e del senso del tempo. È la parte del cervello più razionale, pratica e concreta. Tutto poi fluisce nell’emisfero destro che fa lievitare le idee, instaura connessioni e fa sbocciare intuizioni. Qui sono i centri del disegno, del senso per la musica, del canto e della danza. È la parte del cervello più intuitiva e più sensibile alle nuove idee. Qui si formano i sogni e nascono i lampi di genio. Poi entra in scena di nuovo l’emisfero sinistro, che valuta come e se può attuarli. La creatività nasce dalla collaborazione dei due emisferi.
Le persone geniali sono quelle dove i due emisferi sono equilibrati, o dove quello destro è più sviluppato. Può essere una dote genetica, oppure acquisita “allenando” l’emisfero destro facendo arte, musica, danza e- soprattutto da piccoli- disegnando.
Disegnare fa bene alle idee
Detto questo non dovrebbe stupire che molte delle grandi idee che hanno cambiato la storia dell’umanità siano sbocciate con un disegnino. E non dovrebbe sorprendere che personaggi del calibro di Newton, Galileo o Louis Pasteur disegnavano, dipingevano, illustravano. Il disegno del teorema di Pitagora, inciso da un geometra sumero su una tavoletta d’argilla è arrivato fino a noi, superando 40 secoli. I filosofi greci disegnavano figure geometriche sul bagnasciuga, in spiaggia o in apposite vasche riempite di sabbia. Aristotele, da quanto ne sappiamo, disegnava animali e organi del corpo umano. Teofrasto, suo collega, disegnava le piante che studiava.
Quando le arti e le immagini sono state oscurate dagli iconoclasti, cristiani e musulmani, alla scienza accadde lo stesso e si creò un buco nero di dieci secoli. Quando in Occidente le arti sono rinate e si scopre la prospettiva ecco che rifiorisce anche la scienza. E i disegni sono al centro di ogni grande nuova scoperta. È un “diabolico” disegno di Niccolò Copernico che mette il Sole al centro del sistema solare al posto della Terra. Sono i disegni di Jan Calcar, allievo del Tiziano, che mostrano per la prima volta come è fatto al suo interno il corpo umano.
Disegnini epocali
Dal Rinascimento in poi si può ricostruire la storia delle scienze mettendo in sequenza una serie di disegni. La Luna imperfetta, con le sue montagne e suoi crateri, disegnata da Galileo Galilei. L’albero della vita, ovvero l’evoluzione, disegnato da Charles Darwin. La Pila, disegnata da Alessandro Volta. Il batterio della tubercolosi, disegnato da Robert Koch. La doppia elica del DNA disegnata da Odile Speed, moglie di Francis Crick…
A proposito, come sarebbe stato possibile comprendere il funzionamento di questa straordinaria molecola della vita senza averla mai vista disegnata? La forma del DNA rivela funzioni e possibilità che nessuna formula o fotografia a raggi X aveva fatto intuire. Credo che Francis e Odile abbiano passato più di una notte per cercare di dare senso a questo oggetto mai visto e tantomeno mai immaginato. Fu un contributo non trascurabile alle scienze della vita, quello di Odile, pittrice, ritrattista e disegnatrice di abiti!
Riconoscente al disegno è stato il fisico quantistico Richard Feynman. “Devo il Premio Nobel ai miei disegnini”, ha detto. Anche il grande Einstein scarabocchiava. In una lettera giovanile alla sua futura moglie Mileva, gran parte della pagina è dedicato al disegno della sua camera d’affitto, zeppa di particolari.
L’ultima parola, un ultimo segno
Insomma il ruolo del disegno nella storia delle scienze e nella vita dei suoi protagonisti sembra tutt’altro che marginale. Ma questa constatazione non dovrebbe meravigliare. La nostra specie ha imparato a leggere i segni prima ancora di imparare a parlare. Nel bel mezzo della savana sapeva leggere le tracce degli animali, lo sterco di un mammut, l’erba schiacciata da un’antilope ferita, il profilo della Luna e le foglie cadute che annunciavano il cambio di stagione. Sapevamo leggere i segni della Natura. Poi abbiamo inventato la parola e abbiamo imparato a raccontare e a raccontarci. E da almeno 40.000 anni l’umanità disegna , per piacere e per necessità, per progettare e per evocare, per spiegare e per capire.
Oggi nell’era degli smartphone e delle tablet usiamo molto meno la matita e la biro. Io stesso uso molto più il mouse del pennarello. Mi spiace un po’. Ma spero di attivare e di allenare le stesse aree del cervello. Comunque consiglierò sempre di non far mai mancare ai bambini la carta e le matite colorate. Forse non tutti diventeranno piccoli Newton o grandi Einstein ma saranno più creativi domani e più felici oggi.
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Luca Novelli è al Festival della Scienza 2021
con Disegnare fa bene alla Scienza in occasione dei 20 anni di Lampi di Genio
Genova, Sabato 23 ottobre / Lectio magistralis / Palazzo Ducale /Sala del Minor Consiglio alle 18,30