-Arrivo con Michelangelo alla Bologna Children’s Book Fair 2023 (6-9 marzo). Hanno collaborato a questa sua scoppiettante biografia per Editoriale Scienza 12 papi, trecento cardinali del Concilio di Trento, sua signoria Lorenzo il Magnifico, la famiglia Medici, Leonardo da Vinci e naturalmente Giorgio Vasari, autore delle Vite dei più grandi pittori, scultori, eccetera eccetera. Anche in questo Lampo il protagonista parla in prima persona. Si fa onore con le sue opere e si fa perdonare tutti i suoi difetti, che a Michelangelo non mancano affatto. Scontroso e selvatico di natura alla fine risulta simpatico anche lui, con una intervista inedita nel luogo dove era più a suo agio: tra i cavatori e gli scalpellini delle Cave di Carrara. Due parole per presentarlo:
Qui , su Giannella Channel ho parlato della sua infanzia:Michelangelo/L’infanzia di un Grande
Qui segue l’intervento su Andersen/Marzo 2023
Raccontare ai ragazzi il personaggio
più geniale e contorto del Rinascimento.
Michelangelo è cosa più del cielo che della terra, ha detto di lui il Vasari, indiscusso capostipite di tutti i biografi e critici dell’arte italiana. Giorgio Vasari non risparmiò iperboli per il suo maestro, mentore e giovane amico. In realtà Michelangelo lo aveva già sgridato per quello che aveva raccontato sul suo apprendistato nella bottega del Ghirlandaio e lo avrebbe seriamente malmenato se avesse scritto qualcosa non di suo gusto. Detestava i critici. E non solo.
Permaloso, ombroso e maledettamente ostico, ecco cos’era veramente il celeste Michelangelo, autore del David, della Cappella Sistina e di cento altre meraviglie. Quasi l’opposto del suo antagonista Leonardo da Vinci, solare e aperto a tutte le dolcezze della vita. Entrambi senza (o quasi) amori o amicizie femminili. Entrambi cresciuti professionalmente all’ombra di personaggi potenti e sanguinari, entrambi fenomeni mediatici già nel loro tempo.
Raccontare ai ragazzi un personaggio come Michelangelo può essere facile, se ci si accontenta di mettere in fila le sue fantastiche opere, gli aneddoti storici, i papi e i potenti che l’hanno sostenuto. C’è materiale in abbondanza per incoronarlo come maggiore artista del Rinascimento e far contenti tutti, adulti, bambini e insegnanti d’Arte. Più difficile è raccontare l’uomo, dar corpo e forma a un Michelangelo-personaggio nel quale ci si possa identificare, un eroe simpatico col quale condividere disavventure, sfide e successi.
Michelangelo è stato bullizzato da piccolo, per la sua bruttezza, per il suo povero vestire, per la sua inadeguatezza a convivere con le famiglie più ricche e potenti d’Europa. Il suo talento e l’Arte l’hanno reso libero ma mai del tutto indipendente, anche se accumulava denaro come i ghiri accumulano nocciole.
Ecco, mi sono domandato, scrivendo un libro per ragazzi è giusto togliere un po’ d’oro al mito? È opportuno mostrare le miserie e le meschinità correlate al personaggio? I suoi contorcimenti? Molti di questi nascono nell’infanzia e dai rapporti familiari, soprattutto con il padre Ludovico, nobile piccolo, in molti sensi. Considerava fare arte non degno della sua schiatta. Solo per fame di denaro si era allineato all’inclinazione del figlio. Quando Michelangelo viene preso come lavorante dal Ghirlandaio è papà Ludovico che intasca la paga. E per tutta la vita Michelangelo finanzierà la famiglia e gli investimenti di fratelli e nipoti.
La sua vera prima famiglia è stata quella della balia che lo aveva allattato a Settignano, appena fuori Firenze. Era moglie di uno scalpellino e Settignano era zona di cave di pietra serena. Qui i Buonarroti possedevano una fattoria, con vigne e olivi. Forse è per questo imprinting che Michelangelo preferiva la compagnia dei cavatori a quella dei chierici e degli insegnanti di grammatica.
Solitario ma tosto
Di una cosa possiamo essere sicuri. Il giovane Michelangelo era felice solo quando disegnava, scolpiva o dipingeva. Lo faceva freneticamente anche quando doveva ingoiare bocconi amari. Come quelli che non dovevano mancare nel palazzo della famiglia Medici, in via Larga (oggi via Cavour), dove ha abitato, ospitato dal Magnifico Lorenzo de’ Medici, che gli aveva giù aperto le porte del suo Giardino e dell’Accademia. Nel palazzo di Via Larga l’adolescente Michelangelo convive con i figli e nipoti del Magnifico che lo trattano per quello che è: un cortigiano al loro servizio, ovvero poco più di un servo. Ma è una convivenza che darà i suoi frutti, i Medici ragazzini suoi coetanei, compagni di feste e di merende, diventeranno papi ( Leone X, Clemente VII), signori di Firenze e altro ancora. Saranno suo malgrado i maggiori committenti ed estimatori del suo lavoro.
Già, perché senza la famiglia Medici e la loro ascesa ai massimi livelli del potere, la carriera di Michelangelo forse non sarebbe stata così fenomenale. Michelangelo certo non li amava ma continuamente e ripetutamente li trovava di traverso sulla sua strada.
Repubblicano convinto si schiererà apertamente contro di loro. Quando le truppe imperiali assediano Firenze, Michelangelo è tra i difensori della città, anzi, si occupa della progettazione delle nuove mura. Ma tutto sarà inutile. Alla fine dovrà scappare e Alessandro Medici, nipote del Magnifico entrerà a Firenze alla testa delle truppe imperiali. Diventerà Signore della città, e infine Duca.
Tutto questo non gli impedirà di riappacificarsi con papa Clemente VII (Giulio de’ Medici) che gli affida il compito di realizzare un Giudizio Universale sulla parete di fondo della Cappella Sistina. Lo farà magnificamente popolandolo di nudi che imbarazzeranno tutti i papi successivi. Sarà necessaria una sessione plenaria del Concilio di Trento per mettere le “mutande” alla folla di santi e angeli nudisti affrescati dall’inquieto e provocatorio Michelangelo.
Sono tempi bui. Lo diventeranno anche di più negli anni seguenti. La Chiesa cattolica si sente minacciata dallo scisma di Lutero e dalla rottura con la Chiesa d’Inghilterra. Si difende con violenza e in modo poco cristiano. Michelangelo però alla fine della sua vita non nasconde più le sue idee. Parteggia per gli Spirituali che auspicano per la Chiesa di Roma scelte più sobrie e francescane. L’inquisizione li tiene sottocchio. Non scherza. Per chi odora di eresia c’è l’inquisizione e il rogo. L’ispiratore del gruppo, il cardinale Reginald Pole, deve scappare in Inghilterra. Un suo sostenitore, il fiorentino Pietro Carnesecchi, è decapitato e bruciato davanti al Castel Sant’Angelo. Prima o poi il Santo Uffizio avrebbe bussato anche alla porta di Michelangelo. Ma tutto questo gli è risparmiato. Muore nel suo letto il 18 febbraio 1564 , a ottantanove anni, come architetto della Fabbrica di San Pietro, mentre regna papa Pio IV, che prima di diventar papa si chiamava Giovanni Angelo… Medici.
Per tutta la sua vita Michelangelo si è sempre sentito un diverso, orgoglioso di esserlo. Non simpatico, ma rispettato. Opportunista, ma provocatorio. Poco empatico ma amato per le sue opere. Oggi il suo lavoro è patrimonio di tutta la nostra specie. Forse Vasari non aveva esagerato: Michelangelo artista è cosa più vicina al cielo che alla terra. Ma Michelangelo uomo è più vicino che mai a noi e al nostro tempo.
Pubblicato su Andersen/ marzo 2023