Questo mese il #23novembre si festeggia in tutto il mondo il #FibonacciDay, in onore del giovane pisano che ha contrabbandato i numeri arabi in Occidente e ha diffuso la mitica sequenza che porta il suo nome. Il Lampo di Editoriale Scienza, Fibonacci Il vero mago dei numeri, sarà nelle librerie all’inizio del 2024. Qui vi anticipo il contenuto e un bel ritratto del personaggio. Buon #FibonacciDay, intanto.
Addeddum del 15 aprile
Come promesso da Febbraio 2024 Fibonacci il vero mago dei numeri è in libreria
Qui aggiungo:
Perché è Fibonacci è il vero mago dei numeri
Nei primi anni della vita di tutti, geni e meno geni, è già scritto molto del restante. Famiglia, insegnanti, amici e incontri casuali mettono i semi di quello che nel bene e nel male germoglierà nei decenni successivi. L’ho sostenuto parlando di più di 20 personaggi su Giannella Channel, con l’idea prima o poi di raccoglierli in un libro-saggio. Certo non è una formula universale ma è la cifra in comune che si ritrova in molte vite geniali. Quella di Leonardo Fibonacci è la più eclatante. Fibonacci è il mercante pisano che ha rivoluzionato la matematica divulgando in Occidente le cifre arabe, lo Zero e l’Algebra. È grazie a lui se abbiamo i numeri che usiamo tutti i giorni. È Fibonacci che ha messo in scena la magica sequenza dei conigli davanti all’imperatore Federico II di Svevia. È Fibonacci che ha ispirato le scuole dell’abaco in Europa e ha aperto la strada a misurazioni più scientifiche. Ma nulla di tutto questo sarebbe accaduto se suo padre, notaio alla dogana Bugia in Algeria non lo avesse voluto con sé da bambino, tra saraceni, cammelli e piante di dattero.
I numeri di Pisa
Leonardo Fibonacci nasce nel 1170. Pisa è una città al massimo della sua espansione commerciale e militare. Insieme a Genova, Marsiglia, Venezia e Amalfi è una delle Repubbliche Marinare che si contendono il Mediterraneo. Ha 30.000 abitanti e un grande porto a sud della foce dell’Arno. Ha fondachi ad Alessandria d’Egitto, Costantinopoli e persino sul Mar d’Azov, capolinea della Via della Seta. Quando Leonardo ha 3 anni vengono gettate le fondamenta della famosa Torre, che non è prevista pendente, ma poi crescerà e piacerà così.
Fibonacci, in realtà Filius Bonacci, appartiene a una famiglia di mercanti, che non pensano a costruire torri sempre più alte all’interno delle mura, come fanno i nobili Visconti e Gherardesca. È gente che bada al sodo, ai magazzini lungo l’Arno, alle navi e agli affari che possono fare nel mondo. Così Leonardo cresce tra pesce secco e le balle di lana, tra sacchi di spezie e lingotti di piombo. Frequenta la scuola della parrocchia, dove impara a leggere e scrivere, cosa non da poco in un periodo storico dove il 95% della popolazione italiana è analfabeta. Impara a contare con le mani, come fanno tutti i mercanti, e con le cifre romane: I, V, X, L, C, D, M, che non sono altro che lettere dell’alfabeto latino. Impara a usare anche l’abaco, una tavoletta di bronzo dove scorrono le capocchie di chiodi ribattuti. Quando suo padre lo chiama in Algeria, è già un ragazzino sveglio che può aiutare gli zii nei magazzini sull’Arno.
La città delle candele
Non è certo un viaggio breve e sicuro quello che porta in piccolo Leonardo a Bugia, Béjaïa, in Algeria. Se il percorso segue le coste e le correnti può durare anche più di un mese. Comunque il piccolo Fibonacci parte in primavera, di lunedì e dopo aver pregato la domenica. Il rischio di incontrate pirati è alto. Quello di incontrare tempeste e scogli affioranti anche. Meglio pregare. Si può finire annegati o schiavi presso qualche emiro. Anche Bugia è saracena, retta da un emiro berbero, ma è una città amica. Si affaccia sul mare ed è punto di arrivo della carovaniere che attraversano il deserto. È famosa come esportatrice di candele di cera d’api, “bougie” in francese, e bugie anche nei volgari italiani d’allora (oggi in italiano per “bugia” s’intende un portacandele). I pisani qui hanno un fondaco che comprende abitazioni, magazzini e persino una piccola chiesa. Il padre di Leonardo è notaio alla dogana, ma conta quanto un ambasciatore. Ha un’idea chiara in testa: qui tutti gli affari si fanno con le cifre arabe. Suo figlio dovrà imparare l’arabo e queste cifre. Prevede un futuro radioso per Pisa e la famiglia.
Così sarà. Ma per fortuna del piccolo Leonardo il suo insegnante è un buon insegnante. È paziente e immaginifico. Gli apre gli occhi su Pitagora, Archimede e Euclide, personaggi sconosciuti ai suoi concittadini. Già, perché in Europa s’era persa anche la memoria di questi grandi della matematica che invece erano stati “salvati” e tradotti dagli arabi. Poi lo introduce alle formule magiche dell’Algebra di Muḥammad in Mūsā al-Khwārizmī , primo matematico arabo usare lo Zero e le cifre inventate in India, poi adottate dagli arabi.
A quindici anni Leonardo è pronto per la prima missione commerciale per Pisa e suo padre. È in Sicilia, governata da re Normanni. Ne seguiranno altre cento, da Gerusalemme ad Alessandria, da Acri a Costantinopoli. Non sono viaggi facili, siamo nel bel mezzo delle Crociate. Federico Barbarossa muore annegato mentre guida le sue truppe verso la Palestina. Saladino si scontra e tratta con Riccardo Cuor di Leone e così via. Le navi di Pisa sono addette al trasporto dei Crociati. Costantinopoli è messa a ferro e fuoco. Sono avvenimenti drammatici, ma non segnano Fibonacci più di tanto. Le sue sono missioni commerciali e di pace. Leonardo Fibonacci le userà per incontrare altri matematici, cercare libri e raccogliere aneddoti. Sarà tutto materiale utile per il libro che scriverà quando tornerà a Pisa. Sarà scritto in latino, avrà per titolo Liber Abbaci e cambierà la storia, non solo della matematica, in Occidente.
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