Il tempo sospeso dovuto al Covid mi ha fatto pensare ai miei antenati . Il ragazzino qui ritratto è mio nonno Alessandro Novelli. Si chiamava Alessandro come mio fratello e altri nostri lontani parenti ma soprattutto come suo zio Alessandro Novelli, primo traduttore delle opere di Hegel in Italia. Recentemente è stato citato in un convegno su Hegel e su alcune riviste di settore, così ho scoperto cose che non sapevo. Gli sono state dedicate strade e scuole ma Benedetto Croce proprio non lo sopportava. Croce ha tradotto le opere di Hegel molto tempo dopo di lui e su questo mio pro-pro-zio ne ha dette di tutti colori: “tale Alessandro” era un mancato ufficiale, prete ribelle e libertino, bohème napoletano, culturalmente “disordinato”. Secondo Croce la sua traduzione era stata una operazione “scellerata”. Riconosceva solo -bontà sua- che “sapeva suscitare negli allievi passione per la filosofia e per il sapere”. Dalla prefazione alla Filosofia della Natura di Hegel ho estratto una chicca di questo mio pro-pro-zio. Io la trovo illuminante: “La reverenza ai grandi nomi, ecco il pregiudizio che vincolando l’intelletto, rende impossibile la vita del pensiero. L’autorità è la distruttrice della scienza”. L’ha scritto intorno al al 1860. Quanto a me sono contento di avere tra gli antenati “tale” Alessandro e non Benedetto Croce.
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Massimiliano Cantarella
Bellissimo, grazie!
luca_novelli
Grazie a te. Ma a me per cosa?
Giovanni Argentina
Complimenti all’antenato, tradurre Hegel è sempre un’impresa, ai suoi tempi perfino una leggenda…
luca_novelli
Grazie a nome dell’antenato. Che spero non si agiti troppo nella tomba per quello che fa e dice il pro pro nipote.