Appunti per un futuro breve. Il 10/11 ottobre a Luino, sul Lago Maggiore, si tiene la terza edizione di Earth Prize premio internazionale per l’educazione e il paesaggio, indetto da WEEC (World Environmental Educazione Congress), dal Comune di Luino. È un’edizione limitata a causa pandemia, ma non sarà per questo meno significativa e internazionale delle precedenti. Oltre a essere una occasione di festa per gli educatori ambientali e i paesaggisti è un’occasione di riflessione e mira a mettere in rete personaggi e iniziative che hanno aumentano la sensibilità ai temi della sostenibilità e hanno realizzato progetti concreti a livello locale e internazionale.
Qui ricordo agli amici che hanno lavorato a questa edizione alcuni punti alla base del progetto, che aveva vagato per alcuni anni per l’Italia e ha trovato casa a Luino, gradevolissima cittadina al confine con Svizzera, Lombardia e Piemonte, ospite a Palazzo Verbania di due scrittori che qui hanno vissuto e respirato aria buona, Piero Chiara e Vittorio Sereni. A contorno riporto alcuni video e immagini che segnalo agli amici organizzatori.
1. L’educazione a ambientale era centrale nei popoli primitivi e insieme alla sostenibilità ha esempi antichissimi. Torna ad essere drammaticamente centrale in questo millennio come educazione alla sopravvivenza delle comunità e della specie.
2. L’educazione ambientale contrasta e riduce minacce immediate e future che non sono percepite correttamente. A questo proposito- senza mettere in discussione la realtà del Covid19- ricordiamo che in Italia nel 2015 i morti per inquinamento atmosferico sono stati 60.000. Ne 2020 i morti del Covid, fino ad oggi, sono meno di un terzo.
3. L’educazione ambientale divulga contenuti scientifici che hanno impatto sul territorio, sugli ambienti naturali, sulla felicità e sulla qualità della vita. Alla lunga e in breve l’educazione ambientale produce innovazione e soluzioni sostenibili. È sempre e ovunque un buon investimento per il futuro.
4. L’educazione ambientale ha sensibili effetti economici sulle famiglie, sulle imprese e sugli stati. Il risparmio energetico, la salute dei singoli e la qualità della vita dipendono dall’educazione ambientale della popolazione e fa parte integrante della sua cultura.
5. Oggi l’educazione ambientale è soprattutto buona comunicazione. Non è solo quella che avviene nelle scuole e per i giovanissimi, doverosa e indispensabile, ma anche quella offerta da vari e talvolta inaspettati soggetti, rivolta a tutti i livelli della popolazione.
7. Oggi solo azioni di educazione ambientale su larga scala su televisioni e social possono incidere sensibilmente e in tempi brevi su orientamenti, abitudini e scelte epocali dell’opinione pubblica.
Ma accanto alle “campane di comunicazione” orchestrate da governi e istituzioni, anche azioni di piccoli gruppi e singoli individui possono aver effetti eclatanti, come è accaduto con Greta Thunberg, che ha mobilitato milioni di persone.
…oppure questa, del Climate Clock realizzato da un gruppo di artisti ambientalisti
a New York . Ricorda quanto ci manca al punto di non ritorno ( sette anni e qualcosa) per evitare il disastro climatico. Quando abbiamo cominciato a parlare di Earth Prize ne mancavano quindici. E il tempo passa. Inesorabile.
Buon lavoro
#magaricisivede #con mascherina a #Luino