Nel novembre 1901 Albert Einstein era un giovane laureato disoccupato alla ricerca disperata di un primo impiego. Lo avrebbe trovato all’ufficio Brevetti di Berna qualche mese dopo. Cento anni dopo, nel 2001, Zio Albert era per me un vecchio amico di famiglia. Giravamo insieme per i locali sui Navigli, bevevamo birra e lui teneva banco con le sue battute sullo spazio, sul tempo e i buchi neri.
Era il personaggio principale di Ci vuole una fisica bestiale, un Mille lire di Comix che aveva come compagni di collana anche Fabio Fazio e Paolo Hendel. Il librino aveva spopolato e preso forma di un libro più corposo, dove il titolo si spiegava da solo: Ho clonato lo zio Alberto. Qui avevo messo a confronto la biografia inventata e demenziale del mio clone con quella del vero Albert Einstein. Zio Albert risultava un po’ quantistico mentre il vero Albert Einstein si rivelava geniale e simpatico per sua natura. Il testo diventò anche uno spettacolo di cabaret messo in scena varie volte, anche al Festival della Letteratura di Mantova e al Festival del Scienza di Genova. È da questa “frequentazione” dei due Albert che prese forma l’idea di fare della sola biografia di Einstein un libro per ragazzi. Ecco come è nato Einstein e le macchine del tempo. Consegnai testo e disegni a Editoriale Scienza nel novembre di vent’anni fa. Non c’era nulla di simile sul mercato editoriale. Mi sembrava una bella formula che riassumeva molte delle mie esperienze precedenti. Einstein si raccontava e nello stesso tempo parlava un po’ scherzando di Relatività, Universo e particelle elementari. Non immaginavo che avrebbe superato (a oggi) le tredici ristampe e più di 22 edizioni estere dando inizio a una collana con più di 20 titoli e due serie televisive. Di una cosa mi resi subito conto: piaceva un sacco ai ragazzi, anche ai più piccoli. Come diceva proprio Einstein “lo spazio e il tempo sono cose di cui ci si occupa da bambini…”
Il 20° titolo della collana chiude il cerchio della Fisica moderna:
è Hawking e il mistero dei buchi neri.
Sopra: i libri di Comix e un’edizione in tedesco
di Einstein Relativamente Innamorato.
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