Ogni anno festeggio l’anniversario della nascita di Darwin, #12 febbraio, a modo mio. Nel 2007 l’ho festeggiato tra le iguane sull’Isola di Isabela, alle Galapagos. Nel febbraio 2009, come prevedeva il Progetto Darwin2 l’ho festeggiato a Londra, regalando una copia dei 3 diari del “Secondo viaggio di Darwin attorno al mondo” alla biblioteca del Natural History Museum. Quest’anno il 12 febbraio, e già mi va bene, lo festeggerò con una breve camminata sul Monte Ferro, sul Lago Maggiore, dietro casa mia. Nel frattempo i tre libri In Viaggio con Darwin editi da Rizzoli sono ancora in giro per il mondo. Sono stati tradotti anche in cinese. Spesso penso a quante cose sono rimaste “fuori” dalle pagine scritte e quante mi sono rimaste dentro. Tra queste la consuetudine di cercare le differenze tra il mondo di ieri e quello di oggi. Durante il viaggio ne avevo viste di eclatanti, come le megalopoli di Buenos Ayres o Santiago del Cile nate da borghi di pochi abitanti, le piste da sci nella Terra del Fuoco o il campo da golf nel punto dove Darwin è sbarcato in Nuova Zelanda centottanta anni fa , tra gli allora terribili Maori. In realtà le differenze più inquietanti sono altre. Immense foreste sono scomparse, la biodiversità si è ridotta del 90%. Molte specie carismatiche sono estinte o in via di estinzione. Le aree protette che abbiamo visitato si sono spesso rivelate solo una vecchia fotografia della varietà e della quantità di creature incontrate da Darwin 180 anni fa.
Ma per fare confronti non occorre andare in capo al mondo, con o senza Darwin. Qui sul Lago Maggiore, dove appunto passerò questo DarwinDay , le terrazze coltivate a grano e vigneto sono solo un lontano ricordo. Le valli e i piani a pascolo e a foraggere sono quasi del tutto scomparsi. La varietà e quantità di insetti che si possono incontrare in una giornata d’estate è diminuita del 80% in mezzo secolo. Negli ultimi due anni alcune trombe d’aria , mai viste a memoria d’uomo in queste montagne, hanno sradicato centinaia di alberi , anche di grandi dimensioni. Le bombe d’acqua sono sempre più frequenti. Insomma riusciremo a fermare la distruzione sistematica della natura del nostro pianeta e lo scivolamento verso un cambiamento di clima disastroso e irreversibile? Questa tendenza è cominciata nel secolo di Darwin con la Rivoluzione industriale. Per instaurare almeno un equilibrio abbiamo sempre meno tempo, meno di sette anni, come indica il ClimateClock che qui ho postato oggi.
Buon DarwinDay 2021 agli amici del WWF, della ICOM, della WEEC, del Museo di Storia Naturale di Milano e a tutti coloro che hanno letto i miei libri e sostenuto il Progetto Darwin2 (2005-2009).
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